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Pausa estiva

Dopo la pausa estiva, le attività del Progetto Sollievo riprenderanno nelle seguenti date:

Memory Caffé

Sabato 15 settembre dalle 9 alle 12 a Marghera
Lunedì 17 settembre dalle 9 alle 12 a Burano
Mercoledì 19 settembre dalle 9.30 alle 11.30 a Venezia Casa Cardinal Piazza
Lunedì 24 settembre dalle 9.30 alle 12.30 a Venezia Centro Scalzi

Auto Mutuo Aiuto

Venerdì 21 settembre dalle 17.30 alle 19 a Marghera
Lunedì 24 settembre dalle 14.30 alle 16 a Venezia
Lunedì 24 settembre dalle 18 alle 19.30 a Burano

Per informazioni: 0412770358

 

Direttive anticipate di trattamento – DAT

Lo scorso 22 dicembre 2017  è stata approvata la Legge n. 219 in materia di “Direttive anticipate di trattamento – DAT”. Questa nuova norma ha creato molti dubbi e molti interrogativi tra quanti si occupano di demenza. Per questa ragione la Federazione Alzheimer Italia ha pensato di creare un documento facile e leggero che possa dare le risposte alle domande più frequenti.

E’ importante che il contenuto di questa legge sia condiviso il più possibile affinché tutti i familiari e le persone con demenza siano a conoscenza di un loro diritto fondamentale.

Direttive anticipate di trattamento – DAT

Il tuo contributo rappresenta un prezioso sostegno per i pazienti affetti da demenza e le loro famiglie.

Se hai voglia di aiutarci, puoi farlo in molto modi!

Con il VOLONTARIATO:

Dona il tuo tempo libero a favore dell’associazione, contatta le nostre sedi per come puoi aiutarci.

Con l’ISCRIZIONE all’Associazione:

Quote annue: Socio ordinario € 30 – Socio sostenitore € 60 – Socio benemerito € 250

Attraverso una DONAZIONE:

con bonifico bancario IBAN: IT78 Y033 5901 6001 0000 0009 414 – Banca Prossima

con bollettino di c/c postale IBAN: IT03 G076 0102 0000 0001 6828 303

Destinando il tuo 5 PER MILLE:

Puoi scegliere di destinare il 5 per mille della tua imposta alla nostra Associazione inserendo il codice 94034350275.

Definizione del progetto di servizio come medico volontario in Geriatria

Progetto Medicina empatica

Dopo circa due mesi di servizio volontario come medico nell’U.O.C. di Geriatria dell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, ritengo opportuno fare una breve verifica, per chiarirne alcuni aspetti e precisarne meglio gli obbiettivi, che inizialmente erano stati indicati nel privilegiare il rapporto medico-paziente e, in particolare, nel dare un contributo alla promozione della compliance delle persone affette da demenza e dei loro familiari nel periodo di ricovero ospedaliero. Il che rientra tra gli obbiettivi dell’Associazione Alzheimer Venezia, di cui faccio parte e con cui è stata stipulata una forma di convenzione per il mio servizio volontario.

Per prevenire eventuali equivoci, vorrei mettere più chiaramente a fuoco l’obbiettivo di questo mio servizio, che non è destinato a migliorare il normale rapporto medico-paziente nel Reparto, poiché non credo che abbia bisogno di risorse esterne e, comunque, non spetterebbe certo a una mia iniziativa né valutarlo né migliorarlo.

Senza alcuna pretenziosità, il mio servizio vuole rivolgersi alle persone ricoverate, che si trovano in uno stato di demenza conclamata o anche di disturbi cognitivi o di semplice disorientamento, dovuti nell’anziano non solo a una specifica patologia, ma anche al fatto stesso di trovarsi ricoverato. Si vuole dare un supporto possibile a tale stato psicofisico, che incide nella genesi multifattoriale e nell’aggravamento della sindrome clinica della fragilità dei pazienti anziani, soprattutto ospedalizzati, allo scopo di contribuire a prevenire quello scompenso a cascata, che influenza negativamente, e a volte in modo irreversibile, l’outcome del ricovero,

La relazione con le persone che presentano problemi cognitivi e di disorientamento risulta spesso problematica se non impossibile, poiché si stabilisce un solco sempre più profondo tra il mondo in cui vaga la persona con demenza e quella “normale”, che cerca di riportarla alla realtà. “Sono gravi le sofferenze psicologiche e l’ansia per il futuro vissute dalle persone con demenza, le quali – come scrive il dott. Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Aulss 3 Serenissima, nell’introduzione al libro “Conoscere la demenza” – non solo hanno paura di dipendere sempre più dagli altri e di perdere il controllo della loro vita, ma spesso convivono con un disorientamento dovuto alla progressiva difficoltà di <<riconoscersi>> e di <<riconoscere>>”.

E qui si innesta l’esperimento, inteso non in senso laboratoristico, ma come nuova esperienza di vita, personale e professionale, che vorrei condurre: cercare di instaurare una relazione empatica, che scenda dentro il disorientamento delle persone con questa infermità, per incontrarle là dove loro sono. Il suggerimento viene dalla vignetta dello stesso citato libro, dove al nonno, che chiede: “Il bagno … dov’è il bagno?”, il nipotino risponde: “Vieni, nonno, ti ci porto io … lo sai che la mamma sposta sempre tutte le cose”. In questo incontro interpersonale, che avviene nel suo mondo con pochi o senza riferimenti, la persona con demenza potrebbe essere aiutata a riconoscersi nel riconoscere, a recuperare una propria identità nel confronto con l’altro.

Un esperimento in cui il mio essere già anziano potrebbe favorire l’empatia e l’essere medico potrebbe consentire una restituzione sul piano clinico, mentre l’essere volontario è indispensabile per poter fare da cavia. Infatti in questo esperimento l’unica cavia è lo stesso sperimentatore, mentre per “il malato di  demenza” non può che realizzarsi un aspetto di quanto auspicato dal Comitato Nazionale per la Bioetica, che “venga sempre riconosciuto e trattato come persona in tutte le fasi della malattia”.

Analogo beneficio potrebbe ricadere anche sui familiari e sul loro rapporto con la persona affetta da disturbi cognitivi.

Nel prosieguo del progetto resto a disposizione per indispensabili confronti con i colleghi, anche per apporti critici e integrativi.

Venezia-Mestre 5 giugno 2017

Dott. Venerando Cintolo